F1: Le modifiche al muso della Redubll, e la loro efficacia
Giornale Motori
Torniamo a parlare di musi delle F1. Lo facciamo prendendo ad esempio quello che hanno fatto in casa Redbull dal Gp di Spagna. Presentatasi con un muso molto simile a quello della Mercedes della passata stagione con una proboscite appena accennata, evidentemente non ha funzionato fin dal primo GP in Australia. A parte gli evidenti limiti che la power unit Renault che stanno frenando la RB11, i tecnici della Redbull hanno pensato bene di adottate una soluzione diversa per il muso anteriore. Una spesa ed un impresa molto particolare considerando che in pochissimo tempo hanno dovuto disegnare, produrre ma soprattutto superare le prove di crash previste dalla Fia per questo componente. L’obiettivo è quello di recuperare carico aerodinamico sotto la vettura arretrando il muso e liberando di netto tutta la zona che si trova al disotto di esso a partire dalla sezione che si trova tra i piloni di sostegno arretrati come nel caso della Mercedes. Nella parte superiore è comparso un bel nasello che svuota letteralmente la zona anteriore offrendo un grosso canale che può inviare l’aria al centro della vettura. Abbiamo voluto prendere ad esempio questa soluzione per dimostrare che non si può intervenire su un componente così fondamentale come il muso o l’ala anteriore senza rischiare di rompere l’equilibrio generale della vettura.
Una maggiore quantità di aria non è detto che sia la migliore delle cose per la RB11. Se i progettisti hanno trovato la quadra nella galleria del vento con un muso ingombrante e più lungo durante l’inverno, se lo si accorcia e lo si svuota, il maggiore passaggio di aria potrebbe paradossalmente ingolfare la zona centrale della monoposto. In effetti dopo il GP di Barcellona per i tracciati a seguire nella parte posteriore del profilo estrattore dove il regolamento lo consentiva sono comparse anche delle feritoie per migliorare il passaggio di aria e la conseguente tenuta per effetto suolo. Una caratteristica da sempre molto importate sulle vetture della Redbull al punto che il carico sottostante diventa un vero e proprio freno aerodinamico per la monoposto da sempre assillata da velocità di punta basse, un problema quanto mai drammatico in condizioni di inferiorità motoristica.
Il confronto va fatto con i cugini della Toro Rosso. Infatti i tecnici italiani hanno concepito la loro monoposto con un muso arretrato e vuoto nella parte sottostante con un canale per il passaggio aria molto ampio fin dall’inizio. Un lavoro che consente di avere un maggiore equilibrio nello sfruttamento dei flussi che consente alla piccola factory du Faenza di stare spesso davanti alla Redbull. Un equilibrio che siamo sicuri non vogliono rompere i tecnici della Ferrari. Probabilmente adottare un muso con questa configurazione non da la giusta fiducia circa l’equilibrio generale dei flussi sotto la vettura. E’ impensabile che dopo una modifica così estrema delle fiancate non si possa operare con la stessa efficacia nell’apportate modifiche al muso se non fosse più dannoso che risolutivo.
Daniele Amore
F1: Le modifiche al muso della Redubll, e la loro efficacia
Giornale Motori