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F1: Tecnica, il muso corto della Toro Rosso

F1: Tecnica, il muso corto della Toro Rosso
Giornale Motori

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La Toro Rosso non ha perso tempo, e per il primo Gp della stagione ha portato una importantissima novità tecnica per la sua monoposto. Infatti lo junior team di Faenza della Redbull ha modificato in modo importante il muso della macchina. In origine il muso della STR10 era molto simile a quello della Ferrari, cioè allungato verso la punta e piatto. Nella versione che si è vista in Australia è apparso corto e con la solita protuberanza che sbucava dai piloni laterali molto arretrati sull’ala anteriore.  Una modifica importante per il fatto che questa zona per essere modificata deve sottostare di nuovo alle prove d’urto. Vien da se che la Toro Rosso ha fatto un notevole sforzo sia tecnico che economico per essere pronta con questa configurazione del muso per il primo Gp della stagione. La motivazione che ha portato i tecnici della Toro Rosso a introdurre questa modifica è che con questa forma del muso si aumenta in modo considerevole la quantità di aria che passa sotto il muso anteriore per poi alimentare il fondo ed uscire attraverso l’estrattore posteriore. Come abbiamo sempre detto il fondo di una monoposto lavora se i tre componenti che lo formano hanno una certa armonia. Il muso, il fondo vero e proprio e l’estrattore posteriore. Quindi per usare questa soluzione in modo così certo e repentino i tecnici della piccola factory italiana hanno riscontrato che per generare maggiore deportanza necessitava una maggiore portata di aria ad una maggiore velocità.

Come mostriamo chiaramente nella foto la zona evidenziata con la colorazione celeste indica l’area di passaggio dell’aria che giunge al fondo nella vecchia configurazione e la notevole differenza che c’è con la soluzione adottata nel primo Gp stagionale. La soluzione della Toro Rosso appare ancora più interessante visto che il punto di partenza era un muso molto simile a quello che adotta la Ferrari. Di conseguenza una idea che dovrebbe ispirare anche i tecnici di Maranello per le prossime gare. Del resto c’è voce che in Italia ci sia già allo studio una tale configurazione. Resta da capire come potrebbe reagire sulla SF15-T tale forma del muso. Le monoposto non sono tutte uguali benchè appaiono simili. In ogni caso siamo sicuri che il nuovo corso che c’è alla Ferrari non può non considerare l’idea di usare tale soluzione per come si è comportata la STr10 in pista nonostante la pochezza della motorizzazione Renault. Se la piccola Toro Rosso è riuscita a mettere in campo una modifica così complessa come cambiare il muso in due settimane, a maggior ragione è lecito aspettarsi che ci provi quanto meno anche la Ferrari.

Daniele Amore

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